domenica 25 marzo 2012

Finisce il giorno e al di là della mia finestra il cielo vira dal rosa al grigio azzurro, sopra le sagome tratteggiate a carboncino delle case. Inesorabile tempo che passi e io che non faccio niente, se non rimanere lì, in contemplazione. Stasera la Rete, domani i giornali, saranno pieni delle tue parole. Io mi limito a farti un cenno senza muovermi, guardando lo stesso cielo che guardavi tu dal Tago. Tra qualche giorno riaprirò un tuo libro o forse no. Avrò nostalgia dei tetti  sventagliati e sparsi sui sette colli, dei tramonti ventosi, della luce: come ogni giorno. Continuerò ad attendere, tra la veglia e il sonno, un'altra insonnia. Un'altra me. A presto.


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