domenica 19 febbraio 2012

Se fossi stata la Pym, avrei inventato l'ebook.

 Barbara Pym è stata paragonata a Jane Austen, anzi definita una "moderna" Jane Austen. Io Jane Austen non l'ho mai letta, lo confesso, perciò a prima vista questo paragone non mi dice niente, non posso sapere se questo sia un giudizio positivo o negativo. Ho letto la Pym, però, almeno Crampton Hodnet, e avendo solo questo come metro di giudizio, mi sento di affermare che allora anche la Austen doveva essere in gamba. Leggo che Barbara venne prima esaltata e poi snobbata, come capita spesso in amore.  Pare che dopo un decennio di stima e simpatia il suo editore, nel 1963, la dichiari obsoleta e impubblicabile, o quantomeno non ripubblicabile.  Sicuramente un tempo era molto più facile compiere un atto del genere senza possibilità per la scrittrice di cavalcare l'onda del successo in una repentina e sfacciata rivincita, pubblicando, che so, un ebook a prezzo stracciato e dimostrando che lei  il suo pubblico già ce l'aveva, senza bisogno di passare per il lungo e noioso iter editoriale. Tiè.
Purtroppo la Pym ha dovuto ingoiare il rospo e accontentarsi della gloria post mortem, quando la sua curatrice letteraria Hazel Holt, fa publicare altri tre suoi romanzi, tra cui Crampton  Hodnet. Io me lo sono gustato nella  nuova veste rossa e raffinata che la casa editrice Astoria ha confezionato per lui.
Se vi descrivessi brevemente la trama è probabile che alcuni di voi storcerebbero il naso e passerebbero oltre. Ma il mio intento è quello di mantenervi sintonizzati sui miei sproloqui, e dato che non sarebbe abbastanza dire che questo libro dipinge in maniera ironica, acuta e spietata (ma sempre molto inglese) la vita di North Oxford negli anni trenta, fatta di salotti, biblioteche, amori e pregiudizi, vi dico un'altra cosa:  Jessie Morrow. La signorina Morrow, per la precisione; la dama di compagnia della signora Doggett. Pardon: la signorina Doggett. Sì perché per me è normale considerare una signora una carampana, anche se non sposata. Una signorina, per l'appunto. Dopo questa fatica terminologica, torniamo a Jessie Morrow, una che agli occhi della mondana chioccia oxfordiana è da considerare con un misto di pena e tolleranza. Insomma, l'assistente personale ante litteram, l'individuo da tappezzeria adatto da tenere accanto per i compiti ingrati e per darsi una certa aria di importanza. Ma la signorina Morrow prende il tutto con stile e consapevolezza: ironizza perfino sulla sua scarsa fantasia nel vestire, figuriamoci se può trattenersi dall'ironizzare sulla fauna vittoriana che le sta attorno. Quindi, high five per la signorina, che si lancia in una serie di mosse mai appropriate e ci conduce ad appassionarci a questa storia fatta di verità così comuni che ci sentiamo un po' in colpa a riconoscerci così banali. Perché, tolta la veste vittoriana, Crampton Hodnet potrebbe essere tranquillamente una serie televisiva; dopo le prime puntate, diventa irresistibile. E ve lo dice una che le serie tv non le guarda.


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