mercoledì 15 febbraio 2012

Letture maniacali di storie maniacali su maniaci.

"Wolfgang si lanciava in progetti sempre nuovi a cui si dedicava anima e corpo. Gli capitò di leggere un libro semisconosciuto sulla dieta a base di acido lattico del tedesco Johannes Kuhl e diventò un fanatico portavoce dei latticini come mezzo per prevenire  il cancro. Aveva il libro sempre con sé e fece stampare degli opuscoli che distribuiva a chiunque incontrasse. Con lui non si poteva parlare d'altro."

Pagina 169. L'uomo laser di Gellert Tamas, Iperborea.

Mi sono innamorata della mania quando ero molto piccola, e niente potrà trattenermi dal divorare pezzo per pezzo questo libro, che ho aperto alla pagina 169 camminando in un androne metropolitano di Porta Venezia. Il formato del libro e il marchio lo rendono più appetibile (anche se tutti voi avete pensato alla scomodità dei formati Iperborea, vi posso assicurare che ci si affeziona, alla scomodità). Che per un anno intero una persona possa accanirsi contro i cittadini stranieri della propria città tormentandoli con un laser, e che per questo venga chiamato "uomo laser" non vi sembrerà più così strano ma che Stieg Larsson volesse scrivere prima lui questa storia e non ci sia riuscito, magari potrà interessarvi. L'aggancio più forte, in ogni caso, è la voglia di scandagliare l'animo umano come un detective tormentato, facendo puzzle di foto e post-it sulla bacheca e scribacchiando su un taccuino, una sigaretta dopo l'altra. Girando per le strade, sfidando il gelo e la ritrosia dei vicini di casa. Tamas l'ha fatto per noi, per cui mi metto in poltrona e comincio dall'antipasto.

Leggetelo, lo so che siete dei maniaci.

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