venerdì 10 maggio 2013

L'importanza di morire in crociera.

I ricchi fanno cose strane, da sempre. Ultimamente, però, ho scoperto un'altro modus operandi del ricco. Il ricco va in crociera e muore.



Succede che questo pezzo grosso va in crociera per 100 giorni, tre mesi in giro per il mondo. Eh sì, perché il suddetto ricco è arrivato nella fase della vita che per una persona medio-normale nata circa 60 anni fa si chiama età della pensione. E' una cosa che succede veramente, solo che adesso è un po' demodè. A qualcuno succede ancora, di andarci. Non a mia madre. Il vecchio ricco decide di intraprendere questo viaggio da gradassi intorno al mondo, una roba allucinante, un'esagerazione.

Finché la barca va... e la gente comincia a morire. Cioè il vecchio tronfio, che si sentiva in forza, in salute, orgoglioso e fiero della sua meritata vacanza, si rende conto di stare su una Geronto Nave della Compagna Caronte.  Se ci pensate bene, tre mesi sono tanti. E la maggior parte della gente che intraprende tre mesi di viaggio in nave per puro diletto, non deve avere proprio un cazzo da fare. Ergo, è gente ricca e vecchia. Puff, puff, puff, uno via l'altro, almeno dieci persone ci lasciano le penne, per le cause più varie. Malattia, viagra, cocaina, antidepressivi, delitto d'amore.  Una gigantesca torta nuziale, strati su strati, migliaia di persone al suo interno, compresi gli schiavi. Un ecosistema mobile. Fantascienza. Un Truman Show in piena regola. Un non luogo ambulante.  I ricchi riescono sempre stupirmi!

10 morti in tre mesi. E il vecchio sente che il cerchio si stringe. E implora la nave di andare più veloce, implora il tempo di passare più in fretta, è come il soldato di Samarcanda. Conta i porti, per ogni porto una salma (e io che pensavo che si gettassero ancora in mare, in pasto ai pescicani!).

Il mondo gira, il vecchio gira intorno al mondo che gira, la morte gira intorno a lui su una nave che gira nelle correnti... mi viene da vomitare.

E finalmente il vecchio torna a casa. Torna vivo. Bacia la terra, l'avrebbe fatto se non avesse quella pancia enorme che lo farebbe rotolare su se stesso a mo' di cimice rovesciata. Ce l'ha fatta. E' scampato, ha corso più veloce della nera signora, once again. Adesso è pronto a ricominciare, si sentirà le gambe libere, stranamente mobili, tutti questi giorni di corsa gli hanno fatto bene, non ha più nemmeno il fiatone, si sente leggero, quasi trasparente. Per un attimo ha paura di essere scomparso, di essersi perso in qualche porto lontano, oddio, nessuna ambasciata in vista, nemmeno telefoni, non c'è campo, altro che 3G.
Adesso che ci pensa bene però, si sente davvero troppo leggero. Cioè, più che leggero, ovattato. E nessuno risponde più ai suoi ordini. Ehi, dico a voi, mi sentite!?

Sì, sì, ti sentiamo. Ti sentiamo eccome. Allora piano piano il corpo riacquista pesantezza, dev'essere un'effetto di decompressione prodotto dall'osmosi da un'ecosistema all'altro. Riprende contatto con la dimensione terrestre, adesso sì che la panza si sente, comincia anche a sudare un pochino. Lo ascoltano, rispondono ai suoi ordini. I suoi sottoposti, che meraviglia! Non si era mai sentito così solo come su quella torta nuziale, con tutte le belle comparse, ricche come lui.

Sì, sì, ti sentiamo. Non preoccuparti bambino mio. Siamo subito da te. Ai tuoi ordini. Solo, attento a non avvicinarti troppo allo sfondo, è di cartapesta, può venire giù. Sai, l'ultima volta non ci hai fatto il bonifico, non potevamo costruirlo con materiali più solidi.


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